La seconda ondata di coronavirus preme su Buenos Aires, pur essendo la sua area metropolitana la parte dell’Argentina più in difficoltà. L’ultimo aggiornamento che arriva dal ministero della Salute della città autonoma è un vero e proprio allarme, trovandosi in condizioni non diverse dal resto del paese. Negli ospedali pubblici i posti di terapia intensiva hanno raggiunto un altro picco, risultando occupati all’83,5 per cento.

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Il più recente bollettino del ministero della Salute della nazione sembra già indicidere sull’andamento dell’emergenza nella capitale. Sono stati 2.554 i nuovi casi di coronavirus a Buenos Aires, con 18 morti. E l’indice di occupazione delle unità di terapia intensiva che sale di quasi due punti in un solo giorno.

Nelle strutture sanitarie pubbliche della capitale sono 450 i posti di massima cura a disposizione e ne risultano occupati ormai 376. Troppo per non pensare a nuove misure di contenimento, soprattutto considerando che solo il 25 marzo erano occupati al 27,3 per cento.


Una situzione che ormai preoccupa le autorità della capitale, recentemente in disaccordo con l’esecutivo centrale dopo il ricorso a misure più rigide per il contenimento del virus. Che, a questo punto, non esclude il numero due del governo della città, Diego Santilli, parlando di “misure più restrittive in caso di aumento dei contagi”. E, cioè, limitazioni a “mobilità e riunioni in luoghi chiusi”.

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