Sono 492 i morti per coronavirus in Argentina e 250 i pazienti in terapia intensiva su un totale di 13.328 casi finora accertati, ma l’ultimo bollettino del ministero della Salute conferma che l’area del paese più in sofferenza cosrriponde alla capitale e, in modo particolare, all’area metropolitana di Buenos Aires. È lì, difatti, che è stato individuato il 93,3 per cento degli ultimi contagi.

Secondo le autorità sanitarie del paese, il picco dei contagi potrebbe arrivare a metà giugno, la curva è ancora in salita mentre si guarda con preoccupazione al dilagare del Covid-19 nella regione latinoamericana che per molti esperti, Oms compresa, rischia di trasformarsi nel nuovo focolaio mondiale. Nelle ultime 24 ore, difatti, i contagi sono cresciuti di 32mila arrivando a 798.553. Aumenta con una certa imponenza anche il numero dei morti: nelle sole ultime 24 ore 1.900 in più aggiornando il totale a 43.304.

coronavirus in argentina contagi situazione area buenos aires

È il Brasile il secondo paese più colpito al mondo dopo gli Stati Uniti, contando quasi la metà dei contagi (391.222) e più della metà delle vittime (24.512). Dopo il gigante verdeoro, il Perù (129.751 casi e 3.788 morti) e il Cile (77.961 e 806).


L’attenzione di politica e sanità è dunque concentrata sulla capitale, la provincia e l’area metropolitana di Buenos Aires, ed è soprattutto nei quartieri popolari, dove risultano meno agevoli le misure di distanziamento sociale, che è in atto il programma ad hoc denominato Detectar per un più rapido accertamento dei casi di coronavirus. Un provvedimento ad hoc è stato assunto dal governo della provincia di Buenos Aires, che ha decretato ‘zona rossa’ Villa Azul, un quartiere di fortuna che da decenni insiste tra Avellaneda e Quilmes. La chiusura è stata disposta dopo l’individuazione di un focolaio di contagi.

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In modo differenziato, nell’area di Buenos Aires e nel resto del paese prosegue l’attuazione delle misure di contenimento, i cui effetti cominciano a pesare sulla popolazione interessata. Da una ricerca dell’Universidad Católica Argentina emerge che il 38,8 per cento delle famiglie residenti dell’Amba, l’area metropolitana di Buenos Aires, fa i conti con una diminuzione del reddito fino al 50 per cento. Il 18,8 per cento, invece, supera questa soglia.

Il lockdown, con varie deroghe, interessa l’Argentina dal 20 marzo e l’ultima proroga è al 7 giugno, una finestra temporale da molti considerata eccessiva per quella che è la situazione reale dei contagi nel paese, nettamente più favorevole rispetto ad altri stati sudamericani. Tuttavia, gli argentini dichiarano di approvare la scelta dell’esecutivo guidato da Alberto Fernández.

Un sondaggio citato dal quotidiano Ámbito Financiero evidenzia che l’80 per cento degli interpellati la ritiene una decisione necessaria per evitare il diffondersi del coronavirus in Argentina contro un 20 per cento che considera troppo rigide le misure di distanziamento, troppo limitative della libertà di circolazione ed economiche.

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