La lotta al coronavirus in Argentina si arricchisce di un nuovo divieto. Con Dnu, decreto di necessità e urgenza, pubblicato lunedì 3 agosto, è fatto divieto di intrattenere qualsiasi forma di riunione in tutto il paese. Il provvedimento è arrivato dopo gli ultimi numeri sulla diffusione del Covid-19 in Argentina (Coronavirus Argentina, nuova proroga della quarantena: quasi 5 mesi).

Dall’inizio della pandemia i morti hanno superato la cifra di 3.600 e quella dei 200mila contagiati. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.122 a livello nazionale, mentre il livello di occupazione dei posti di terapia intensiva è del 55,5 nel paese e del 65,2 per cento nell’area metropolitana di Buenos Aires, che continua a essere l’epicentro dell’epidemia nel paese.

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Il divieto riguarda riunioni familiari e sociali al di fuori del “gruppo di conviventi” fino al 16 agosto, la data finale dell’ultima fase di quarantena disposta dal governo nazionale. Secondo il comitato tecnico-scientifico che affianca il presidente, Alberto Fernández. l’aumento di casi accertati quotidianamente nelle ultime settimane dipende proprio da comportamenti scorretti e irresponsabili tra cui, appunto, riunioni, feste, occasioni conviviali che sono lo strumento principale di trasmissione del virus. Il tutto nonostante i ripetuti appelli a evitare comportamenti a rischio.


Il decreto, tra le altre prescrizioni, vieta la realizzazione di eventi culturali, ricreativi e religiosi in luoghi pubblici o privati con presenza superiore alle dieci persone. Gli stessi, viene spiegato, possono avere luogo in luoghi aperti purché si rispetti strettamente il protocollo che impone distanze tra persone non inferiori a due metri e in ambienti con adeguata aerazione.

Sono altresì vietate riunioni sociali e familiari in luoghi chiusi e presso domicili privati indipendentemente dal numero di partecipanti. Unica eccezione, ovviamente, riguarda il nucleo familiare convivente. A presidio dei divieti, precise norme del codice penale.

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Resta consentito l’uso di mezzi del trasporto pubblico, seppure limitatamente ai lavoratori che rientrano nelle attività essenziali non ‘bandite’ dalle misure di contenimento del virus. E, a tal fine, si rinnovano gli appelli delle autorità, a qualsiasi livello, alla responsabilità individuale, unica vera arma nelle mani della popolazione per evitare l’ulteriore peggioramento della situazione sanitaria nel paese.

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