Oltre 2.100 nuovi casi di coronavirus in Argentina nell’ultimo giorno monitorato e la preoccupazione aumenta. I morti sono 1.049 su un totale di 44.931 casi, guariti compresi. Una parte del paese sudamericano, seppure lontana anni luce dalla situazione del vicino Brasile, vive un momento di allerta: sono ormai diversi giorni che i numeri del ministero della Salute tolgono ogni dubbio sull’avanzata del Covid-19.

L’area più interessata continua a essere quella più popolata e nevralgica a livello economico, sociale e politico: la città autonoma di Buenos Aires e il suo hinterland, che ricade sotto la competenza della provincia di Buenos Aires.

Insomma, il coronavirus non molla la presa nonostante l’adozione delle misure di contenimento che, tuttavia, dal 20 marzo, si sono andate attenuando e diversificando a seconda dell’indice di contagio delle varie aree del paese. L’Argentina è tra i primi paesi della regione ad aver fatto ricorso alla quarantena. Se in un primo momento i risultati sono stati evidenti, nelle ultime settimane si è assistito a un aumento dei contagi. Ora, però, sia la capitale che i comuni che compongono la sua cintura rischiano di tornare alla fase 1, con misure rigide di isolamento obbligatorio.


coronavirus in argentina lockdown buenos aires provincia

Al momento, quella argentina, seppure con i vari distinguo, è la quarantena più lunga finora registrata nel mondo alle prese con la pandemia del nuovo coronavirus. Il ministro della Salute, Ginés González García, ritiene “auspicabile” il ritorno al lockdown, almeno nell’Amba (l’area metropolitana di Buenos Aires) anche se è da capire “fino a che punto possiamo chiedere sacrifici” agli argentini e alle imprese.

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Gli enti di categoria del commercio, difatti, denunciano che nella sola ultima settimana sono addirittura 24mila i negozi che hanno abbassato le saracinesche, vale a dire il 20 per cento del totale. Che, aggiungono, potrebbe salire al 27 per cento in caso di nuovo blocco totale. Eppure è un provvedimento che non viene escluso dal presidente, Alberto Fernández, d’intesa con il governatore della capitale e il presidente della provincia.

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L’annuncio che potrebbe arrivare nei prossimi giorni e coinvolgerebbe un terzo della popolazione argentina. “Sono stati analizzati con preoccupazione i dati di occupazione dei posti di terapia intensiva e la crescita della curva dei contagi nell’Amba” fanno sapere dall’esecutivo, con la conseguenza che “sono in arrivo restrizioni importanti”. Secondo i dati delle autorità sanitarie, il livello di occupazione dei posti di terapia intensiva a livello nazionale è del 45 per cento, ma sale al 57 nella capitale e al 51 per cento nella provincia di Buenos Aires.

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