Gli ultimi dati sulla sempre meno presunta seconda ondata di coronavirus in Argentina non rassicurano neanche la capitale Buenos Aires. Nelle ultime 24 ore monitarate, sono 2.162 i nuovi contagi accertati con quaranta decessi. Numeri che, da inizio pandemia, aggiornano il totale a 270.294 casi e 7.285 morti. Il giorno precedente erano stati, rispettivamente, 1.958 e 11.

coronavirus in argentina seconda ondata buenos aires aprile

Il numero preoccupa le autorità sanitarie e politiche perché il dato di Buenos Aires ha superato quei 2.084 casi registrati il 30 marzo, cioè il dato giornaliero più alto dall’arrivo dell’epidemia di Covid in Argentina. Attualmente, nelle strutture sanitarie di Buenos Aires i posti di terapia intensiva sono occupati al 37,3 per cento. Dei 450 posti disponibili, 168 sono i casi gravi.

Insomma, a livello centrale sembrano non esserci più dubbi: l’Argentina è entrata nella seconda ondata di coronavirus. Ed è ciò che il ministro della Salute, Carla Vizzotti, ha anticipato già nei giorni scorsi. Una condizione, quella argentina, in linea con un ritorno di contagi anche nei paesi limitrofi, compreso il Cile che è più avanti col spiano di vaccinazione della popolazione. E compreso anche l’incubo delle varianti brasiliane che incombe sul continente.


Altrettanto chiaro è che servono nuove misure di contenimento, che sono allo studio tra governo nazionale e governatori dei vari distretti. Se, però, la provincia di Buenos Aires non esclude decise limitazioni alla circolazione, il governatore della città di Buenos Aires, Horacio Rodríguez Larreta, sa che è tra le scelte più impopolari.

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Horacio Rodríguez Larreta

Dopo le precedenti chiusure, gli utlimi mesi hanno dato un po’ di speranza a commercio e turismo locale. Un altro ‘blocco’ sarebbe difficile solo da comunicare al mondo produttivo della capitale. Che, al contrario, chiede maggiori aperture. L’idea del governatore della capitale è quella della chiusura delle attività dalla mezzanotte alle 6 della mattina, abbinata alla riduzione del numero massimo di persone a eventi e riunioni di ogni tipo. C’è, a ogni modo, la consapevolezza di essere, di nuovo, in una situazione di emergenza.

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