Il coronavirus in Argentina spaventa ancora e i numeri confermano che il paese è lontano dall’uscita dall’incubo della pandemia. L’ultimo bollettino del ministero della Salute ha contato 13.924 nuovi contagi in 24 ore, con altri 345 decessi. Il totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 è così salito a 1.130.533, confermando l’Argentina al settimo posto mondiale nella lista della Johns Hopkins University, poco sotto la Spagna. Oltre l’82 per cento, tuttavia, è stato considerato guarito, pari a 931.147 persone.

coronavirus in argentina situazione morti contagi 29 ottobre

I morti per coronavirus in Argentina sono ormai 30.071 e il paese segna un primato negativo. Dallo scoppio dell’epidemia, lo scorso marzo, il paese sudamericano è salito a 675 morti per milione di abitante, che corrisponde quasi al doppio di poco più di un mese fa. Da questo punto di vista, secondo i dati elaborati a livello mondiale dalla Johns Hopkins, l’Argentina occupa l’undicesimo posto di 150 paesi con più di un milione di abitanti.

La distribuzione dei casi di decesso sul territorio nazionale mostra l’evoluzione che l’epidemia ha avuto nel corso di questi quasi otto mesi. Il 58 per cento si è verificato nella provincia di Buenos Aires e il 16 per cento nella città di Buenos Aires.


L’area metropolitana di Buenos Aires è stata, fino a poche settimane fa, il centro quasi esclusivo della pandemia di coronavirus in Argentina. Poi un progressivo, con una visibile rapidità, diffondersi nelle altre province, alcune delle quali – come Santa Fe e Tucumán – preoccupano seriamente il governo nazionale. Il 26 per cento degli ultimi decessi, difatti, si concentra fuori dalla provincia e area metropolitana di Buenos Aires.

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Identiche, di conseguenza, le singole situazioni di allerta nelle strutture sanitarie. Sono attualmente 5.037 i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva con una occupazione dei posti al 64,4 per cento a livello nazionale, mentre scende al 62,5 nell’area metropolitana di Buenos Aires.

È a livello periferico, ormai, la maggiore preoccupazione. È il caso delle province di Neuquén, Río Negro, Tucumán e Santa Fe che mostrano occupazione dei posti di intensiva all’80 per cento. Anzi, a Neuquén e Río Negro il dato è, rispettivamente del 93 e 91 per cento e a Tucumán dell’84.

Migliora, invece, nella provincia di Buenos Aires, la più popolosa del paese: la curva epidemica sembra mostrare una flessione. C’è prudenza, ma anche un progressivo avvio a quella che, ormai in diversi angoli del mondo, viene definita ‘nuova normalità’.

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