Davanti a una seconda ondata di Covid che non dà tregua all’Argentina e la necessità di accelerare il piano di immunizzazione, la città autonoma di Buenos Aires decide di affidarsi alla modalità eterologa della vaccinazione. In Argentina è lo Sputnik V il farmaco più usato dal 29 dicembre ma le difficoltà di fornitura ha imposto al governo nazionale il ricorso alla ‘via cinese’.

È il Sinopharm, l’ultimo prodotto dei nuovi contratti stipulati dall’esecutivo, mentre l’Argentina ha cominciato a ricevere le prime decine di migliaia di dosi di AstraZeneca prodotte nello stesso paese sudamericano e distribuite dal Messico per l’intera America Latina. L’intoppo, però, è nella difficoltà di Mosca di fornire il siero di Sputnik per il richiamo, diverso da quello della prima dose. Di qui, l’idea – come noto non esclusa in Europa – di combinare due diversi vaccini.

È la città di Buenos Aires a farsi pilota e il responsabile della Salute della capitale ha spiegato che, da agosto, previ i dovuti pareri forniti dal settore medico-scientifico, si procederà alla combinazione di Sputnik V, AstraZeneca e Sinopharm. Obiettivo, quello di non vanificare i risultati già raggiunti dal piano di vaccinazione.


“Stiamo valutando sicurezza ed efficacia della combinazione di vaccini diversi e nella fase di sperimentazione si procederà a somministrare AstraZeneca e Sinopharm a come seconda dose dopo la prima di Sputnik V”, spiega Fernán Quirós. Perché, aggiunge, ci sono circa 70mila porteños, gli abitanti di Buenos Aires, che sono già al terzo mese dalla prima dose. Troppo, pare di capire.

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Secondo il ministro della capitale, la combinazione di due differenti sieri è “sicura ed efficcace e può dare più copertura della doppia dose di Pfizer”. Nel frattempo, però, si spera nella conclusione di un accordo per la fornitura del Cansino, il monodose cinese.

Il ricorso alla vaccinazione eterologa, però, non è escluso dallo stesso governo nazionale, che ha già convocato gli esperti perché si pronuncino sulla combinazione dei sieri attualmente nella disponibilità dell’Argentina. Che, inoltre, non escludono di suggerire il differimento della seconda dose per permettere di ‘correre’ con le prime somministrazioni e avere un paese più coperto. In un continente ormai centro dell’epidemia mondiale.

L’Argentina ha finora registrato quasi 4,5 milioni di casi di Covid-19, con oltre 94mila morti. I vaccinati sono quasi 21 milioni, ma di questi sono quasi 17 milioni quelli ‘fermi’ alla prima somministrazione.

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