La curva epidemiologica è nettamente in salita, l’Argentina è nella terza ondata di Covid con aumento di casi ormai esponenziale. Un dato, in modo particolare, spiega tutto: nella sola ultima settimana i nuovi contagi sono ormai nell’ordine del 157 per cento e si toccano numeri record che riportano il paese indietro di mesi. Il bollettino del ministero della Salute riporta 20.263 casi nelle 24 ore, cifra più alta negli ultimi cinque mesi. E le città di Buenos Aires e Córdoba sono sorvegliate speciali.

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La capitale Buenos Aires, difatti, ha riportato 4.005 casi giornalieri, numero inferiore solo alla enorme e popolosa provincia di Buenos Aires (6.199 contagi) e alla città di Córdoba (5.583). Si tratta di un livello mai raggiunto finora. Del resto, l’evoluzione dell’epidemia di Covid in Argentina è in un trend che la accomuna a paesi come Italia, Francia e Spagna, tutti a registrare picchi di infezioni non conosciuti nelle ondate precedenti.

Nel caso di Buenos Aires, il balzo in avanti è evidente rispetto al 26 maggio di quest’anno quando, nell’ultimo mese dell’autunno australe, i casi giornalieri si erano attestati aulla cifra di 3.658. A Córdoba, invece, dove oggi è certa la circolazione comunitaria della variante Omicron, il livello massimo era stato raggiunto l’8 giugno, con 5.357 infezioni nelle 24 ore.


Al di là delle due città più popolose del paese, la situazione in Argentina è in peggioramento quasi ovunque. Il tasso di positività sui test effettuati, in aumento anche laggiù come ‘effetto festività natalizie’, è più del doppio rispetto al 10 per cento considerato soglia di allarme dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nelle ultime 24 ore è balzato addirittura al 28,7 per cento, spinto dalla maggiore ‘corsa al tampone’ e dall’aumento dei centri diagnostici messi a disposizione da governo e province.

Dallo scoppio della pandemia, i casi di Covid in Argentina sono 5.480.305 con 117.066 decessi. Attualmente, le terapie intensive sono occupate al 34,4 per cento a livello nazionale e al 36,2 nell’area metropolitana di Buenos Aires, zona del paese dove il virus picchia più duro dal principio.

Intanto, come in diversi altri paesi, anche il governo argentino non scarta l’idea di un nuovo approccio alla pandemia, a cominciare dalla riduzione del tempo di quarantena per i positivi e per i cosiddetti contatti stretti con un positivo. L’obiettivo, come del resto segnalato anche in Italia, è quello di evitare che il sistema produttivo privato e la pubblica amministrazione paghino il peso delle decine di migliaia di assenze, peraltro destinate ad aumentare.

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