Don Franco Reverberi Boschi non sarà consegnato alla giustizia argentina per essere processato per i reati che gli vengono addebitati durante il periodo dell’ultima dittatura in Argentina. È la decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha respinto l’estradizione concessa dalla corte di cassazione. Il Guardasigilli ha motivato la sua decisione sulla base delle condizioni di salute dell’ex sacerdote oggi 87enne.

Don Franco Reverberi Boschi, il ministro Nordio nega l’estradizione all’Argentina

Contrariato dalla decisione di Nordio è l’avvocato Richard Ermili che in Argentina segue la vicenda nella veste di rappresentante dell’Apdh, l’Assemblea permanente per i diritti umani. Contattato dal quotidiano la Repubblica, ha fornito una lettura anche politica parlando di “Questo è un “gesto di reciprocità di un governo di ultradestra italiano con il nuovo governo argentino che porta anche il segno politico negazionista di ciò che è accaduto durante l’ultima dittatura in Argentina. E non solo un governo negazionista ma che anche rivendica i fatti tremendi che determinarono la scomparsa di circa 30mila desaparecidos“. E definisce “assurda” la scelta finale considerando che la giustizia italiana aveva già avviato tutti i passi per l’estradizione di don Franco Reverberi.

Carlo Nordio, invece, nel suo atto osserva che è da considerare “complessivamente l’impatto medico-legale della procedura sulle già precarie condizioni di salute di Reverberi, anche in ragione dell’età estremamente avanzata di costui e della conseguente probabile prospettiva di non fare più ritorno in territorio italiano, impatto da cui deriverebbe un rilevante stress psicologico tale da integrare un ulteriore fattore di rischio con riferimento alle verificate patologie cardiologiche da cui lo stesso è affetto”.


La corte di Appello di Bologna, attraverso una perizia medico-legale ad hoc, aveva in precedenza valutato le condizioni di salute di Reverberi compatibili al suo trasferimento in Argentina ma Nordio aggiunge che la stessa perizia limita “l’accertamento alle condizioni di salute compatibili con la possibilità di effettuare un viaggio aereo intercontinentale, omettendo tuttavia di valutare l’esistenza di gravi rischi che potrebbero scaturire dalla procedura di estradizione globalmente intesa”. Reverberi, classe 1937, oggi vive in una canonica di Sorbolo, in provincia di Parma, dov’è nato per poi emigrare da bambino in Argentina con la sua famiglia.

La richiesta di estradizione era stata promossa dallo Stato argentino e il procedimento era stato avviato nel 2013 per fatti che rimandano al periodo più buio della storia argentina. Reverberi Boschi, ai tempi cappellano militare a San Rafael, in provincia di Mendoza, dalla giustizia argentina è accusato di reati commesi in uno dei centri di detenzione clandestini, La Departamental di San Rafael dove gli uomini del regime celebravano i processi sommari a carico degli oppositori. Dagli atti dei processi in corso in Argentina, emerge che, secondo i testimoni, sarebbe stato presente a torture e sevizie, esortando le vittime a collaborare con la giustizia. E proprio all’inizio del processo, nel 2011, Reverberi Boschi è uscito dal paese sudamericano dichiarandosi sempre estraneo ai fatti.

Per la giustizia argentina, ora, c’è solo una possibilità giacché il 19 gennaio è fissata l’udienza per l’esecuzione della decisione del ministro Nordio ed è possibile un ricorso al Tar del Lazio avverso la sua decisione che ha ribaltato le pronunce di corte d’appello e corte di cassazione.

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