In Argentina sono almeno 137 i casi di femminicidio nel solo primo semestre del 2021, secondo i dati diffusi dall’osservatorio nazionale sul fenomeno del femmnicidio. Una media di una donna assassinata ogni 31 ore. Lo stesso ente sottolinea che quasi nel 20 per cento dei casi le vittime avevano già denunciato i loro aggressori per violenza di genere. Del totale dei casi, 112 sono stati femminicidi cosiddetti diretti, cioè non vincolati, non ‘conseguenza’ di altre condotte.
La fascia di età più colpita è quella tra i 19 e i 30 anni (55 casi), seguita dai 47 omicidi ai danni di donne tra i 31 e i 50 anni. Le vittime ultracinquantenni sono state 18, mentre 14 le minori di anni diciotto. Come negli anni precedenti, si conferma la qualità del responabile, trattandosi nel 56 per cento dei casi di fidanzato o marito o ex. La maggior parte dei casi di femminicidio, in sostanza, si verificano in presenza di vincolo sentimentale, in corso o concluso, o nell’ambiente famigliare.
Ulteriore aspetto segnalato dall’osservatorio è la violenza sessuale perpetrata ai danni delle vittime, quasi nei dicei per cento dei casi finora registrati. Che, come sottolineano, potrebbero anche risultare in aumento con il progressivo sviluppo delle indagini su denunce presentate alle autorità.
Non mutano neanche le modalità di commissione di femminicidio in Argentina tra armi da fuoco, accoltellamento e percosse, ma si registra un incremento di casi di donne morte dopo aggressioni col fuoco, già nove dall’inizio dell’anno. Anche i luoghi sono quelli tristemente ‘tradizionali’: il 68 per cento dei casi nell’abitazione delle vittime o in quella della coppia o della famiglia.
A ogni modo, la denuncia dell’osservatorio è sul sistema di protezione: 25 delle 137 vittime avevano già denunciato quello che si è poi rivelato l’assassino. Evidenza di difficoltà nell’assicurare tutela alle donne denuncianti. Dai dati, infine, emerge che le province dell’Argentina maggiormente interessate da casi di femminicidio, almeno in questi primi sei mesi del 2021, sono nell’ordine Santiago del Estero, La Rioja, Tucumán e Santa Cruz.
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