È morta Sara Rus, una delle prime mamme a indossare il fazzoletto bianco delle Madri di Plaza de Mayo. Schejne María Laskier, questo il nome all’anagrafe, di origine polacca, aveva 96 anni. Era sopravvissuta ad Auschwitz per poi vivere, decenni dopo, il dramma della dittatura argentina perdendo suo figlio tra le migliaia di desaparecidos.

È morta Sara Rus delle Madri di Plaza de Mayo. Dopo Auschwitz il figlio desaparecido

È stata una esistenza tormentata dal dolore e dalla resistenza quella di Sara Rus. Nata nel 1927 a Lodz, in Polonia, ha avuto una infanzia serena fino all’arrivo dei nazisti nel suo paese quano aveva 12 anni e l’obbligo di lavorare in una fabbrica di cappelli nel ghetto della sua città, dove vide morire suo fratello. Riuscì a far risparmiare la vita della mamma, che i tedeschi avevano incluso nelle liste per degli ebrei destinati alla eliminazione, lavorando in condizioni di schiavitù in una fabbrica di aerei.

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In Argentina, come tanti immigrati dall’Europa orientale, arrivò dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Era il 1948, era uscita viva da Auschwitz, conservandone il dolore negli occhi e nel cuore, e nel paese sudamericano ci entrò clandestinamente attraversando la frontiera con il Paraguay. Come tanti cercava un paese nel quale dare inizio a una nuova vita, lontano dall’orrore vissuto pochi anni prima.


Il matrimonio con Bernardo Rus e anni di costruzione di una serenità familiare non immaginando di dover vivere nuovamente l’orrore di una dittatura, quella che ha portato via il figlio maggiore, tra i 30mila desaparecidos. Daniel Lázaro Rus era un fisico nuclerare e lavorava presso la Commissione nazionale per l’energia atomica. Aveva 26 anni quando, il 15 luglio del 1977, gli uomini del regime lo portarono via perché militante del peronismo rivoluzionario.

“Lotto per non dimenticare”, amava dire Sara Rus nel descrivere una esistenza condannata alla lotta permanente: da bambina, da giovane e da mamma. Da ebrea così come da argentina. Cittadina illustre di Buenos Aires, nel 2008 ha ricevuto il premio Azucena Villaflor dal governo della città.

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