Eva María Ibarguren Duarte, Evita Perón. Amata, amatissima. La sua figura ha influenzato per i decenni successivi politica e società argentina. Il 26 luglio del 1952 moriva a Buenos Aires una delle donne più famose e influenti del secolo scorso. Moglie del presidente Juan Domingo Perón, una coppia che conquista il popolo con facilità: lei bella ex attrice radiofonica, lui l’uomo che ha lasciato il segno nella politica argentina per decenni, attualità compresa. Con la prima presidenza, Evita assunse un incarico ufficiale.

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Perón, dopo la vittoria nelle elezioni, deteneva molti incarichi e non poteva dedicarsi, come aveva fatto negli anni precedenti, ai diritti dei lavoratori. Fu Eva che giocò il ruolo di intermediaria tra le richieste e i problemi degli operai e Perón. La sua efficienza venne ricompensata con l’assegnazione di un ufficio all’interno della segreteria del Lavoro. Fervente visitatrice di fabbriche, scuole, ospedali, sindacati, club sportivi e culturali, Eva si guadagnò la fiducia del popolo, ma in particolare dei lavoratori e dei sindacalisti, stabilendo una forte ma anche complicata relazione con loro.



Quello di Evita e Juan Domingo era una ‘lavoro di coppia’ più che di squadra. Insieme realizzarono numerose riforme economiche, favorendo con numerose concessioni i sindacati degli operai, ottenendo il loro appoggio e dando avvio a quello che più tardi sarebbe diventato il movimento peronista. Tra tutte: nel 1947, grazie anche alla mediazione di Eva in Argentina il voto fu esteso alle donne.


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Eva Perón contribuì in modo determinante all’orientamento politico del paese, gestendo l’immagine del marito, cercando di mantenere per il governo buoni rapporti con la Chiesa cattolica e mettendo al centro della politica peronista, con la sua stessa attività, la classe operaia e le donne. Il 1947 fu anche l’anno del suo viaggio in Europa: fu accolta con tutti gli onori in Spagna dal generale Franco ma non venne ricevuta dagli inglesi, ancora umiliati dalla nazionalizzazione delle ferrovie operata dal governo del marito.

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Ci sarà un’altra occasione, tornando alla presidenza nel 1973. Ma la sua politica era nettamente cambiata, con una decisa virata a destra. E, soprattutto, al suo fianco c’era un’altra donna, un’altra moglie, che divenne vicepresidente. Isabel Martínez, chiamata subito Isabelita nel tentativo di trovare un ‘legame’ con la precedente. Impossibile da realizzare. La tomba di Evita, nel museo monumentale della Recoleta, è ancora oggi uno dei luoghi più visitati di Buenos Aires.

TOMBA EVITA PERON

Proprio nel momento di massima popolarità si ammalò di cancro, male che la sconfisse all’età di 33 anni. Per gli argentini moriva il “capo spirituale della Nazione”. Il lutto nazionale durò un mese, il suo corpo venne esposto in una bara di vetro. Il giorno dei funerali tutta l’Argentina era lì, a rendere omaggio a qulla che nell’immaginario collettivo, era una donna umile dalla parte dei deboli. Tre anni più tardi un golpe militare costringerà Perón a rifugiarsi in Spagna.

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