Chilecito, provincia de La Rioja, nell’ovest dell’Argentina. È una delle aree del paese a vocazione agricola, soprattutto per la produzione di vino, olio e noci. Un settore che, nonostante criticità e concorrenza globale, è in grado di fare la sua parte in termini di forza lavoro. Il caso è stato sollevato dal sindaco della località di Chilecito. Rodrigo Brizuela Y Doria ha fatto ricorso ai media per denunciare l’accaduto, un invito implicito a rivedere lo schema dei sussidi.

offerte di lavoro argentina campi sussidi

A fine gennaio sono state pubblicate le offerte di lavoro per i raccolti del periodo: uva, olive e noci. Per carità, impieghi stagionali ma pur sempre occasioni di lavoro, a maggior ragione in un paese che arranca, con un livello di disoccupazione che, ultimo dato ufficiale, conta 1,3 milioni di argentini senza lavoro. Gli impieghi offerti nei campi si aggirano sulle tremila unità, ma le autorità locali sono state costrette a informare che il primo giorno utile a presentarsi sono stati solo in tre. Con non poco sconforto manifestato dal sindaco e dagli addetti ai lavori.

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Quella manodopera è fondamentale per la campagna in corso, aperta il 2 febbraio, che ha i suoi tempi tecnici inderogabili perché natura e mercato comandano. E così le autorità locali sono state costrette ad amplificare l’offerta proprio per fare in modo che i raccolti vadano a buon fine, nei termini stabiliti, entro il 30 aprile. Si tratta di lavori che, a seconda dei casi e del rendimento, vanno dai due ai quattro mesi, per uomini e donne. E qualcuno resta anche per periodi più lunghi. Ma, come segnala lo stesso primo cittadino, il rifiuto ha un solo responsabile: i planes sociales.


Si tratta di un sistema di sussidi parecchio generalizzato, simile al nostro reddito di cittadinanza. Sebbene orientato a soddisfare le necessità dei segmenti più vulnerabili della popolazione, spesso è oggetto di discussione nella classe politica argentina. Perché ritenuti una sorta di ‘arma’ elettorale con l’ulteriore effetto di allontanare chi li percepisce dal mondo del lavoro o indurli a preferire impieghi in nero. Non è affatto raro che sui planes l’Argentina assiste, con blocchi stradali e manifestazioni accese, a un braccio di ferro tra ‘la base’ e i decisori su nuove o migliori concessioni.

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Stesse critiche, insomma, avanzate al nostrano reddito di cittadinanza. Accettare un lavoro stagionale come quello in discorso porta alla sospensione e al ricalcolo del sussidio a seconda dei casi. Ed è quello che viene sottolineato nel caso specifico a La Rioja.

Secondo quanto dichiarato dai responsabili del settore, la paga giornaliera varia dai 1.200 ai 4.200 pesos, vale a dire tra i 18 e i 65 euro a seconda della mansione e del carico di lavoro. Certo, poi ci sono i costi da sostenere per chi arriva da fuori, ma per il sindaco non è una situazione compatibile al resto dell’anno, come ha spiegato a Infobae: “Tutti i giorni ricevo centinaia di cittadini che chiedono lavoro e ora che c’è l’opportunità non si presentano…”.

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