La yerba mate potrebbe avere effetti benefici contro il morbo di Parkinson. È ciò che emerge da una ricerca avviata nel 2015 dall’università argentina di Entre Ríos, a Gualeguaychú. Lo studio, condotto presso il laboratorio di Neurobiologia sperimentale della facoltà di Scienza dell’alimentazione e diretto da Irene Tavarini, è finanziato dall’Istituto nazionale della yerba mate con sede nella provincia di Misiones.

Il progetto ha l’obiettivo di capire se il mate ha proprietà che intervengono nei meccanismi patogenetici che sono alla base del Parkinson, garantendo un effetto benefico sulla sopravvivenza dei neuroni del sistema dopaminergico che degenerano nella malattia.

Taravini spiega che l’obiettivo è “dimostrare se il consumo di mate ha un effetto neuroprotettore o protegge i neuroni dalla aggressione che li porta alla degenerazione e alla morte”. Al momento, aggiunge, è stato accertato che il consumo di yerba mate da parte di roditori esercita una moderata azione neuroprotettiva”.


yerba mate parkinson


Il progetto di ricerca è cominciato nel 2015, quando il team guidato dalla ricercatrice Emilia Gatto ha realizzato uno studio epidemiologico su individui sani e individui affetti da Parkinson col quale è stato dimostrato che esiste una correlazione inversa tra il consumo di mate e il rischio di sviluppare il Parkinson.

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In questo senso, spiega Irene Tavarini, “statisticamente in questo gruppo di persone osservate nella ricerca precedente i consumatori di mate avevano evidenziato meno possibilità di sviluppare la malattia”. Inoltre, la stessa ricerca mostra che c’è una relazione che dipende dalle dosi assunte. Maggiore è il consumo di mate in modo tradizionale (con la classica bombilla), minore è il rischio”.

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