C’è disperazione tra residenti e squadre di soccorso in Chubut: brucia la provincia patagonica regina della biodiversità e del turismo. Gli incendi che stanno devastando quella meraviglia dell’Argentina, fanno notare laggiù, hanno una forza che non si è mai vista negli ultimi vent’anni e si fa il confronto con gli episodi dell’estate del 2002: “Oggi il fuoco è esplosivo, avanza con una voracità tremenda”.
In tre giorni, le fiamme in Chubut hanno già interessato quasi 78mila ettari di territorio, tra fuochi attivi e aree danneggiate da fumo e cenere. E il meteo non annuncia nulla di buono, almeno nell’immediato: i venti forti e il basso tasso di umidità continuano a spingere roghi e devastazione, con lingue di fuoco che raggiungono i quindici metri.
Le squadre dei vigili del fuoco, integrate anche da personale proveniente da fuori provincia, sono preoccupate per il ‘percorso’ intrapreso dalle fiamme, approssimandosi a un settore considerato di massima allerta, l’istmo Carlos Ameghino. Si tratta di una fascia di sei chilometri di larghezza che unisce la penisola di Valdés con la parte ‘continentale’ del Chubut. Considerando l’enorme valore naturalistico della penisola, patrimonio dell’umanità Unesco e meta del turismo internazionale, sarebbe un danno senza fine.
#Urgente el fuego avanza hacia península Valdés a una velocidad increíble, ya pasó la zona del Riacho y va rumbo al Itsmo #Chubut pic.twitter.com/pDj1oSH60e
— maxi jonas (@maxijonas) January 3, 2022
Puerto Pirámides, principale località del turismo nella zona, il disastro degli incendi in corso ha portato alla sospensione della somministrazione di energia elettrica e acqua, condizionando le vie di accesso ed esodo alla direzione del vento e, dunque, delle fiamme.
Nelle ultime 24 ore ha soffiato fino a 60 km orari, mantenendosi costante tra i trenta e i quaranta. Ma il vento nulla avrebbe potuto senza la mano dell’uomo. In Chubut è una certezza: tutto è cominciato così, attorno alle 14 del 1 gennaio.
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