Nella Patagonia argentina quello del 2020 è l’inverno dei record, anche se il freddo, nei giorni scorsi, si è fatto sentire anche nella capitale Buenos Aires e nella provincia con temperature fino a 5 gradi sotto lo zero. In alcune province patagoniche, nella giornata di mercoledì 22 luglio, intense nevicate e temperature scese anche oltre i -20 portano il servizio metereologico a parlare di uno degli inverni più freddi degli ultimi due decenni.
È così almeno nelle province di Neuquén, Río Negro e Chubut, con chiare conseguenze sulla mobilità e sui servizi. Strade chiuse e circolazione limitata in alcuni casi, effetto della neve accumulata che ha superato il metro.
Intensa búsqueda de un peón rural perdido en medio de la nieve en la zona de Comallo. Está perdido desde el martes en una zona muy alta y fría, donde la nieve supera el metro y medio de altura.
— Diario Río Negro (@rionegrocomar) July 23, 2020
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Miglioramenti nel corso della giornata di giovedì 23 luglio, con nevicate che hanno ridotto la loro intensità sull’intera Patagonia argentina. Gli abitanti delle zone colpite hanno documentato, via social, auto, alberi e tetti completamenti coperti di neve. Si sono registrate anche interruzioni dell’energia elettrica per danni ai tralicci: è successo nella località di Esquel.
El peón rural que era intensamente buscado por personal del municipio de Comallo, junto a bomberos voluntarios, Salud y policía, fue encontrado alrededor de las 13:30 horas, a unos 35 kilómetros de Comallo.
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In alcune aree della provincia di Río Negro la temperatura ha toccato i 23 gradi sotto zero con 70 centimetri di neve sulle strade. Persino sul Cerro Catedral, tra le più note località sciistiche dell’Argentina, ad appena 24 ore dalla riapertura al pubblico locale dopo il blocco imposto dalle misure di contenimento del coronavirus, ha dovuto sospendere temporaneamente le attività per impraticabilità degli impianti.
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