La povertà in Argentina nel primo semestre 2022 è del 36,5 per cento, spiegano gli ultimi dati ufficiali dell’Indec, il locale istituto nazionale di statistica. È quindi inferiore all’ultimo dato, quel 37,3 per cento registrato alla fine del 2021. E scende di 4,1 punti rispetto a quel 40,6 per cento dello stesso periodo del 2021, che però era influenzato dall’emergenza sanitaria nazionale e globale e dalla conseguente paralisi dell’economia del paese.

La percentuale attuale, a ogni modo, indica a livello nominale la cifra spaventosa di 10,6 milioni di argentini costretti a vivere in condizione di povertà, contro i 10,8 milioni del secondo semestre del 2021. A salire, anche se leggermente, è il livello di indigenza, portandosi dall’8,2 per cento del precedente rilevamento all’8,8 di oggi.

A caratterizzare la situazione inaccettabile è, ancora una volta, il dato sui più piccoli. Secondo l’Indec, difatti, nell’ultimo periodo presoin considerazione in povertà vive il 50,9 per cento di bambini e ragazzini con meno di 15 anni di età e il 12,7 per cento è in stato di indigenza. La percentuale scende al 43,3 per cento delle persone tra 15 e 29 anni, al 32 tra 30 e 64 anni, mentre per gli over 65 è del 12,1 per cento.


Misurata per nuclei familiari, l’ultimo rapporto sulla povertà in Argentina nel primo semestre 2022 evidenzia che colpisce il 27,7 per cento delle famiglie argentine, in lievissimo calo rispetto al 27,9 del precendente rilevamento statistico. Aumenta, però, l’indigenza delle famiglie, dal 6,1 al 6,8 per cento.

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L’area più colpita dalla povertà la zona del Gran Resistencia, toccando il livello choc del 49,2 per cento e non va meglio nella popolosa provincia di Buenos Aires, 42 per cento. A livello di grandi città, tassi più alti nell’agglomerato urbano di Catamarca (40,3 per cento), Santiago del Estero (40), Gran Córdoba (40), San Nicolás (40,7). La città che registra meno povertà è, come sempre, la capitale Buenos Aires, con il 16,2 per cento, seguita da Ushuaia (23,9) e Formosa (24,4 per cento).

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