È emergenza criminalità a Rosario, dopo i sei omicidi in 24 ore tra la periferia della città e la località di Villa Gobernador Gálvez. Tutti, riferiscono gli inquirenti, sono legati alla lotta tra bande di narcos (in modo particolare Los monos, il clan Romero, Los cavernícolas, Los colombianos), per il controllo del territorio, strategico per i traffici in Argentina.

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La scia di sangue è arrivata dopo l’assassinio di un testimone chiave in uno dei processi contro le organizzazioni legate al narcotraffico, un collaboratore di giustizia. Ma i segnali dell’emergenza nella città argentina sono evidenti da mesi.

Le vittime, come spiegano fonti della polizia locale e nazionale, sono riconducibili soprattutto alla gestione dei traffici di stupefacenti che dal porto fluviale di Rosario si muovono verso Buenos Aires, l’Uruguay e l’Europa. Tra loro anche Anastacio Luis Torrén (43 anni), fratello di del noto calciatore dell’Argentinos Juniors, Miguel Ángel Torrén. A pagare il prezzo della violenza anche un bambino di quattro anni, raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre era col padre.


Il problema criminalità non è locale, segnalano le autorità di Rosario. “L’Argentina non può permettere che succeda tutto questo”, incalza il governatore della provincia di Santa Fe, Omar Perotti, che chiede l’intervento del governo federale. Da Buenos Aires fanno sapere che è già in organizzazione un gruppo di supporto da inviare a Rosario in ausilio alle forze locali.

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