In Argentina è emergenza ambientale per la secca del fiume Paraná. Il principale corso d’acqua del paese con i suoi 4.880 chilometri e secondo dell’intera America Meridionale, continua a versare in situazioni preoccupanti. È la secca peggiore registrata dal 1944 e alle ripercussioni sull’ambiente si aggiungono le perdite sul piano economico.

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Stando a stime recenti, l’Argentina perderà oltre 400 milioni di dollari, soprattutto come conseguenze del ridotto traffico fluviale. Quella dei fiumi Paraná e Paraguay è difatti la storica idrovia che porta verso l’Atlantico la produzione delle agricola e industriale delle province dell’interno.

L’attuale assetto del fiume non permette alle navi di superare, a seconda dei casi, tra il 50 e il 70 per cento del carico normale proprio a causa della attuale ridotta profondità del corso d’acqua. Condizione che costringe a un numero più elevato di viaggi e costi aggiuntivi.


Difficoltà anche per la diga della grande centrale idroelettrica di Yacyretá, nella provincia settentrionale di Corrientes, che genera il 13 per cento dell’energia del paese. Il 45 per cento della sua tecnologia è alimentato dalle acque e la produzione della centrale è limitata a un terzo della sua capacità.

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Di identica gravità l’appello lanciato dall’ente di gestione e distribuzione dell’acqua nella provincia di Santa Fe. Sottolineando che la situazione sarà critica anche nelle prossime settimane, invita l’utenza alla massima collaborazione, evitando uso improprio di acqua potabile e gli sprechi.

Anche le immagini del Paraná che arrivano dall’Argentina testimoniano la situazione di estrema difficoltà, che spiegano alla perfezione i livelli di altezze negative del fiume anche nei principali punti Rosario e Santa Fe. E le prospettive non sono confortanti: non è escluso che la secca si protragga fino alla fine di settembre. Rischi molto elevati anche per flora e fauna, privati progressivamente del loto habitat naturale, mentre si continua a puntare il dito contro la deforestazione a fini di coltivazione e allevamento intensivi.

Come spiega Carlos Ramonell, docente l’Universidad del Litoral consultato da Christian Garavaglia per Meteored, l’attuale portata del fiume Paraná è il risultato di una tendenza che ha iniziato a manifestarsi nel 2018: “Nel 2018 abbiamo avuto condizioni di acqua bassa per un periodo, ma non molto significative. Nel 2019 queste condizioni erano più lunghe; nel 2020 si sono accentuate e quest’anno si prevede che diventino ancora più gravi”.

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