Una stretta all’ingresso di stranieri in Argentina. È un’idea del governo Macri, che ultimamente sta avanzando numerose proposte in materia di sicurezza. Solo pochi giorni fa, il ministro della Sicurezza pubblica, Patricia Bullrich non ha escluso, tra non poche polemiche, la creazione di un registro contenente il Dna di tutti i cittadini. Uno strumento che, a suo dire, potrebbe rivelarsi utile nell’accertamento dei reati.

Stando a indiscrezioni della stampa locale, gli stranieri che vorranno stabilire la loro residenza in Argentina dovranno certificare l’assenza di precedenti penali negli ultimi dieci anni. È questo il contenuto di un provvedimento allo studio da parte del governo di Buenos Aires e che, sempre secondo la stampa, potrebbe essere annunciato a breve. In sostanza, senza la produzione del certificato i richiedenti non potranno perezionare le pratiche di residenza.

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Negli ultimi tre anni, indicano le cifre dell’ufficio Migraciones, sono stati oltre 680mila i permessi di soggiorno concessi. Al momento, invece, la richiesta si limita a un certificato di buona condotta relativo ai tre anni precedenti la richiesta di residenza in Argentina.


Le norme proposte accompagnano l’idea di rendere più agevoli le espulsioni dal paese di stranieri che commettono reati, includendo la creazione di sezioni specializzate dei tribunali che abbiano il potere di disporre l’immediato rimpatrio.

Secondo il direttore dell’ufficio Immigrazione, Horacio García citato da La Nación, il fine è quello di accertare “che tutte le persone che vogliono venire in Argentina non abbiano condanne precedenti di cui non siamo a conoscenza”.

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