Mai come di questi tempi, è conveniente visitare l’Argentina. Uno dei (pochi) effetti positivi del drammatico crollo del peso, in effetti, è proprio quello di rendere diversi beni di consumo particolarmente competitivi per i portatori di valuta estera, in proporzioni davvero sbalorditive. L’attuale convenienza del turismo in Argentina è oggetto di analisi sui media di diversi paesi, europei e non.

Se ne parla da settimane, per esempio, nel Regno Unito. La sterlina ha quasi raddoppiato il suo valore da inizio anno, così oggi un turista inglese che volesse scambiare mille sterline al cambio attuale ne ricaverebbe un ‘benefit extra’ di ben 457.


Venendo ai prezzi di mercato, sebbene parecchi hotel delle città più importanti, compresa ovviamente Buenos Aires, espongano tariffari in dollari, rendendo difficili riduzioni significative, ben diverso è il discorso per beni e servizi. Valutati in pesos, cose come cene o attrazioni locali possono costituire eccellenti opportunità di risparmio. Per esempio, segnalano oltre Manica, è possibile avere una bistecca da 800 grammi da Don Julio, uno dei ristoranti top di Buenos Aires, alla modica cifra di 21 sterline. Da Hawksmoor a Londra, ne costerebbe 68, più del triplo; e lo stesso discorso si può fare per gli ottimi vini argentini.

Anche il mercato aereo sta facendo la sua parte. Il lancio di tariffe low cost per voli a lungo raggio da parte di Norwegian, con tariffe Londra-Buenos Aires a partire da 250 sterline, ha avuto un effetto calmiere anche per i viaggi. In più, lo scorso ottobre la medesima compagnia ha varato sei nuovi voli domestici, rendendo più semplice raggiungere città come Córdoba e Mendoza, in un paese territorialmente molto vasto.


Più in generale, il collasso del peso argentino ha avuto un impatto positivo sull’intera industria del turismo in Argentina, che ha visto a settembre un aumento del 12 per cento, rispetto solo a un anno prima. E se è logico che per turisti con in tasca sterline, euro e dollari sia il momento migliore, della situazione argentina sembrano ‘approfittare’ anche paesi dell’area latinoamericana.

A indicare l’Argentina quale meta ‘top’ del momento sono stampa e tour operator messicani, segnalando, già da settembre, la caduta dei prezzi a causa della svalutazione del peso. Fenomeno che coinvolge le strutture ricettive, i ristoranti e le attrazioni varie: da Buenos Aires, passando per le cascate dell’Iguazú, la Patagonia e le aree turistiche del nord.

Stessa riflessione fanno i brasiliani (da sempre tra i più attratti dall’Argentina) ma soprattutto i cileni. Negli ultimi mesi sono sempre più numerosi i turisti che attraversano la Cordigliera, invogliati dal prezzo più basso, al cambio, di beni e servizi made in Argentina. Ma per loro c’è l’altro classico lato della medaglia, cioè la diminuzione di turisti argentini in Cile.

Ciò che è certo, è che tra stampa tradizionale e portali dedicati al turismo, l’Argentina è sempre più citata e consigliata, ai primi posti nelle classiche ‘liste’ dei 5, 10, 15 paesi da visitare in questo momento storico. E ciò che conforta gli argentini è l’insieme dei motivi. Che è il paese nel suo complesso, tra bellezze naturali, cultura e buen vivir. La svalutazione della moneta conta, sì, ma l’Argentina resta un paese da scoprire comunque.

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