Bere yerba mate, sempre e comunque. In Argentina il mate supera ogni ostacolo: rispetto a quasi tutti i settori dell’economia nazionale, quello ‘yerbatero’ spinge verso l’alto. Il primo trimestre del 2019 si è chiuso con un aumento del consumo, con i numeri più alti degli ultimi cinque anni. E questo accade negli stessi mesi in cui – effetto dell’inflazione che non accenna a diminuire – persino gli acquisti presso i supermercati sono calati tra il 10 e il 16 per cento.

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Tra gennaio e marzo 2019, secondo i dati forniti dai produttori e dall’Instituto Nacional de la Yerba Mate, sul mercato sono stati immessi 65,1 milioni di chili di yerba, con un aumento dell’8,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.

L’abitudine irrinunciabile degli argentini tampona la attuale frenata dell’esportazioni: oltre confine sono partiti tre milioni di chili in meno rispetto ai valori medi. Un calo consistente che, però, i produttori stimano di superare nei prossimi mesi arrivando a un volume di export annuale simile a quello del 2018, quando sono stati venduti 43 milioni di chili. Non cambiano le principali destinazioni, rappresentate da Siria, Libano e Cile.


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Anche nell’ultimo periodo analizzato dagli addetti ai lavori, la preferenza dei consumatori argentini si conferma quella delle confezioni da mezzo chilo: nel mese di marzo hanno costituito il 56,09 per cento delle vendite, mentre i pacchi da chilo sono stati acquistati dal 37,06 per cento dei bevitori di mate del paese.

Anche se minimo, però, c’è un cambio di abitudine di acquisto nell’ultimo anno. La vendita le confezioni da un chilo è aumentata di poco più del 3 per cento: meno praticità ma minor prezzo in proporzione. Un leggero aumento è stato registrato anche per le confezioni da due chili.

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