Il tango, ballo senza confini ma anche senza più barriere. Un esempio è l’iniziativa “Ad occhi chiusi”, il progetto che dalle province di Ascoli Piceno e Fermo sta diffondendo in altre realtà del Centro Italia l’esperienza del tango tra persone non vedenti. Un momento di intensa comunicazione corporea che va oltre una lezione di ballo, capace di favorire l’integrazione, la socializzazione e la fiducia in se stessi.

Dedicato ad aspiranti ballerini affetti da gravi deficit visivi, le lezioni nascono per volontà della maestra e tangoterapista e presidente dell’associacione TangoTeca di San Benedetto del Tronto, Patrizia Cosentino, e sono promosse dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Ascoli Piceno e Fermo attraverso i corsi Irifor.

Durante la lezione la maestra accompagna i ballerini disegnando con le parole ogni movimento del corpo. I ballerini, toccando il corpo dell’insegnante, percepiscono i movimenti che non possono vedere. Poi, in uno scambio di posizioni, i ballerini vedenti, bendati dagli amici non vedenti, si sono affidati a loro e con esercizi e balli hanno condiviso le stesse difficoltà, emozioni e insicurezze.


“Dopo aver perduto la vista, sono sempre vissuta dovendo gestire una certa rigidità corporea che spesso mi sono imposta di superare – racconta al Resto del Carlino Gigliola Chiappini, tra le allieve e vice presidente della sezione Uici – perciò ho pensato che questa esperienza con mio marito mi avrebbe potuto aiutare. E in effetti la filosofia del tango mi ha davvero indotta a provare il senso dell’affidamento completo a chi conduce il ballo. Le ore trascorse in pista sono state una sfida per noi, ma anche per l’insegnante. In qualità di Vicepresidente ringrazio la nostra Irifor che ha reso possibile il corso, tutti gli allievi che hanno seguito questa esperienza e la preziosa e generosa collaborazione di una coppia di ballerini vedenti, Livia e Gino, che hanno voluto prestare il proprio aiuto agli allievi non vedenti”.

Tags

TI POTREBBERO INTERESSARE