È del 1917 il primo brano di tango con versi. Fino a quel momento era stata solo la musica, senza parole, a caratterizzare il genere musicale rioplatense. Si deve a Pascual Contursi, poeta, cantante e musicista, che decise di comporre parole sul celebre tango Lita, del pianista Samuel Castriota. Il titolo Mi noche triste fu successivamente deciso da Carlos Gardel e dal cantante e compositore uruguaiano José Francisco Razzano. Nomi enormi, insomma.

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Mi noche triste inaugurava nel tango il tema dell’abbandono, dell’amore perduto o non corrisposto e, oltre a ricorrere a termini ‘nuovi’ di quel preciso momento storico, introdusse anche parole di lunfardo, il gergo di Buenos Aires e di altri grandi centri nato dal linguaggio familiare corrente che tanto aveva mutuato anche dall’italiano e dai vari dialetti di origine della massa di immigrati.

Mi noche triste, il tango di Pascual Contursi

Pascual Contursi era nato a Chivilcoy, località della provincia di Buenos Aires, il 18 novembre del 1888, da Francisco Contursi e Catalina Maurino, entrambi napoletani. O campani, considerando la più rapida identificazione in ‘napoletani’ degli emigranti provenienti dalla regione meridionale. Sposato nel 1910 con Hilda Briano, anche il figlio José María Contursi ha seguito le orme paterne nelle qualità di poeta e compositore di eccellenti brani di tango.


Nel 1916, Contursi era a Montevideo già da quattro anni e quel tango che lo ha reso celebre lo ha scritto proprio nella capitale della Repubblica orientale. L’anno dopo, di ritorno a Buenos Aires, torno a riunirsi con l’amico Carlos Gardel presentaadogli il suo lavoro. Detto fatto: nuovo titolo e prima di Mi noche triste al teatro Empire di Buenos Aires, tra Corrientes e Maipú, strade ‘epiche’ per la storia del tango. Fu un successo.

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Il resto della vita di Pascual Contursi, anni dopo, fu parecchio difficile. Dal 1927 era a Parigi per le sue avventure artistiche ma cominciò a manifestare disturbi mentali. L’anno successivo, Carlos Gardel, in tournée nella Ville Lumiere, spedì un telegramma alla famiglia di Contursi per informare che ormai aveva perso l’uso della ragione. Con inganno fu imbarcato per Buenos Aires e chiuso in una cabina.

All’arrivo, al porto a prenderlo in consegna c’erano sua moglie, che lui aveva lasciato pochi anni dopo il matrimonio ormai assorbito dalla vita notturna e sregolata da artista, e suo figlio. Ricoverato nell’ospedale ‘De las Mercedes’, resistente a qualsiasi trattamento, Pascual Contursi si spense il 29 maggio del 1932.

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Mi noche triste, testo del tango di Pascual Contursi

Percanta que me amuraste en lo mejor de mi vida
Dejándome el alma herida y espina en el corazón
Sabiendo que te quería, que vos eras mi alegría
Y mi sueño abrasador
Para mí ya no hay consuelo
Y por eso me encurdelo pa’ olvidarme de tu amor

Cuando voy a mi cotorro y lo veo desareglado
Todo triste, abandonado, me dan ganas de llorar
Me detengo largo rato, campaneando tu retrato
Pa’ poderme consolar

De noche cuando me acuesto, no puedo cerrar la puerta
Y porque dejándola abierta me hago ilusión que volvés
Siempre llevo bizcochitos pa’ tomar con matecitos
Como si estuvieras estabas vos
Y si vieras la catrera como se pone cabrera
Cuando no nos ve a los dos

Ya no hay con el bulin, aquellos lindos frasquitos
Adornados con moñitos todos de un mismo color
Y el espejo está empañado
Si parece que ha llorado por la ausencia de tu amor

La guitarra en el ropero todavía esta colgada
Nadie en ella canta nada, ni hace sus cuerdas vibrar
Y la lámpara del cuarto también tu ausencia ha sentido
Porque su luz no ha querido
Mi noche triste alumbrar

Percanta que me amuraste en lo mejor de mi vida
Dejándome el alma herida y espina en el corazón
Sabiendo que te quería, que vos eras mi alegría
Y mi sueño abrasador
Para mí ya no hay consuelo
Y por eso me encurdelo pa’ olvidarme de tu amor

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