È tra i più famosi e visitati bar notables e vanta una storia lunghissima. Anche al bar El Federal di Buenos Aires si respira l’atmosfera di una città che non c’è più, trasformata dalla modernità, dalle mode e da stili di vita lontani. Sono definiti notables – categoria riconosciuta dal governo della città autonoma – quei locali di interesse storico, che sono stati parte della storia e della cultura della capitale argentina perché luoghi di incontro dei più importanti esponenti della musica e della cultura, luoghi di dibattito, com’era una volta, tra scrittori e pensatori. Conservano lo stile di quei fasti e sono considerati parte del patrimonio culturale di Buenos Aires.
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Bar El Federal di Buenos Aires, tra i locali storici della città
Il Bar El Federal è ancora lì, dove la sua storia è cominciata, nel 1864, nel cuore del quartiere di San Telmo, all’angolo tra calle Perú e calle Carlos Calvo. Al principio era un negozio nel quale si vendevano bibite, uno di quei locali tipici della Buenos Aires a cavallo tra il 19esimo e il 20esimo secolo. Prima ancora lì dentro c’era un magazzino di stoccaggio di prodotti che arrivavano dall’estero e ha ospitato anche una casa di appuntamento.
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El Federal è stato testimone della trasformazione di Buenos Aires, passando per la grande epidemia di febbre gialla, il continuo flusso di migranti provenienti dall’Europa fino a essere location perfetta per diversi classici del cinema argentino, film come Cafetín de Buenos Aires, El Tango cuenta su historia, Custodio de señoras, Desde el abismo e Adios Roberto.
È considerato il bar più icononico di San Telmo, emblema della identità porteña e al suo interno custodisce pezzi della sua lunga attività come i mosaici originali, lo storico registratore di cassa in metallo, il bancone di legno col suo vecchio arco dove consumare le specialità della casa tra carne, panini, taglieri, tortillas, ravioli fatti in casa e strudel. Un menù che, del resto, mette insieme la gastronomia dei nuovi argentini arrivati con i barconi carichi di italiani, spagnoli, tedeschi.
Anche l’arredo e gli oggetti esposti trasudano l’identità di Buenos Aires: pezzi unici tra foto degli anni Venti e Trenta, vecchie immagini pubblicitarie, antiche bottiglie di marche storiche, gli altrettanto storici sifoni in vetro e metallo per il seltz, oltre a quadri che raffigurano l’Olimpo della musica tradizionale argentina come Roberto Goyeneche, Edmundo Rivero, Homero Manzi, Osvaldo Pugliese e Héctor “Chupita” Stamponi.
