L’edificio Otto Wulff è il classico gioiello in cui ti imbatti all’improvviso nel centro di Buenos Aires, precisamente dove si incrociano la avenida Belgrano e la calle Perú nel quartiere di Monserrat. La sua costruzione – commissionata dall’imprenditore Otto Wulff in società con l’armatore Nicolás Mihanovich – cominciò nel 1912 per vederlo finito nel 1914. Con i suoi nove piani e 60 metri di altezza risultò tra i più alti della capitale argentina.

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In stile Jugendst, il palazzo Otto Wulff è una delle tante opere realizzate in Argentina dall’architetto danese Morten F. Rönnow, come la chiesa danese di San Telmo e la sede dell’ambasciata svizzera. Come abitudine in una città che cercava di costruire la sua impronta europea, i materiali impiegati erano tutti europei.

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L’Otto Wulff è anche noto col nome di ‘Casa de la vieja virreina’ perché lì sorgeva la dimora che fu comprata dall’ottavo viceré del Río de la Plata, Joaquín del Pino y Rozas, per collocare la sua numerosa famiglia: sette figli del primo matrimonio e nove del secondo.


Alla sua morte, nel 1804, ci rimase la moglie, Rafaela de Vera Mujica y López Pintado, fino al trapasso nel 1816. Una delle loro figlie sposò Bernardino Rivadavia, primo presidente argentino. Dopo varie fasi con diverse destinazioni d’uso, l’acquisto da parte di Mihanovich e la successiva demolizione per fare posto all’edificio Otto Wulff.

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L’edificio viene catalogato nello stile architettonico dello Jugendstil, ‘versione’ germanica dell’art nouveau, ma presenta tratti del razionalismo, neogotico, eclettismo oltre a elementi che ricordano il più celebre Palacio Barolo.

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Otto ‘atlanti’ di cinque metri (cinque su calle Perú e tre su avenida Belgrano) danno l’impressione di sostenere la struttura rappresentando le cinque categorie di maestranze coinvolte nella realizzazione dell’edificio. Una di esse rappresenta lo stesso architetto Rönnow. Condor della grandezza di cinque metri e rappresentazioni della fauna locale completano lo splendore dell’Otto Wulff.



Tutte le figure sono in cemento armato, a dimostrazione della scelta di tecniche moderne e lo stesso vale per le due cupole, ognuna delle quali ha in sé un deposito di acqua pensata in caso di incendio. All’estremità, infine, una cupola presenta un sole, l’altra una corona: la principale lettura vuole che una sia dedicata all’imperatore Francesco Giuseppe e l’altra alla moglie Sissi, a simboleggiare la grandezza dell’Impero austro-ungarico.

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Attualmente, l’edificio Otto Wulff è suddiviso in 56 unità, occupate da esercizi commerciali e studi professionali.


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