Ogni tanto Nahuelito torna alla ribalta per via di presunti avvistamenti. La strana creatura, secondo la leggenda, vive nel Nahuel Huapi, da cui prende il nome. Si tratta di un pittoresco e turistico lago della Patagonia argentina, tra le province di Río Negro e Neuquén. La storia viene da lontano, quando i primi esploratori appresero dai nativi della particolare presenza.
Alle cronache è passata la prima testimonianza nel 1910, quella di George Garret, direttore di una compagnia di navigazione: “A 400 metri di distanza, una creatura la cui parte visibile era tra i cinque e i sette metri di lunghezza, è spuntata dalle acque”.
Ma già prima, nel 1897, Clemente Onelli, direttore dello zoo di Buenos Aires, aveva cominciato a ricevere segnalazioni sporadiche sulla presenza di una strana creatura che viveva nei laghi della Patagonia. Una successiva spedizione di ricerca non ebbe, chiaramente, alcun riscontro. In tempi più recenti, nel 1960, addirittura la marina militare argentina cercò qualche traccia per diciotto giorni, anche in questo caso rientrando alla base senza alcuna spiegazione.
Considerando, la tipicità della Patagonia argentina, il cui territorio è ricco di testimonianze preistoriche e fossili di animali estinti, la credenza popolare vuole che Nahuelito sia un sopravvissuto di chissà quale era geologica, probabilmente un plesiosauro che dalla notte dei tempi si nutre di ciò che rimedia nel lago. Fino alle versioni condite da complottismo moderno, per le quali Nahuelito sarebbe il risultato di una mutazione di un altro animale per effetto di esprimenti nucleari. O, ancora, un sottomarino che nessuno è riuscito a intercettare.
Di qui alle cronache più recenti, che risalgono al 2020. Alla fine di gennaio la ‘testimonianza’, con tanto di video, di due pescatori: “Eravamo fermi davanti al lago, quando abbiamo visto spuntare qualcosa di grande che si muoveva nell’acqua”. L’intervento della Prefectura naval non ha riscontrato nulla di anomalo nello specchio di lago indicato dai presenti. Nel video si nota qualcosa, ma nulla di definito e definibile.
Due settimane dopo è il turno di Melisa Reinhol, una giornalista della nota località patagonica di Villa La Angostura. “Scattavamo foto col mio fidanzato quando, all’improvviso, abbiamo notato che le acque piatte del lago Nahuel Huapi si cominciavano a muovere. Una sola onda si alzava rapidamente. Sono riuscita a fotografare il momento”.
Por eso yo voy a seguir diciendo que vi al Nahuelito. Porque entre explicaciones lógicas pero poco conocidas y criaturas mitológicas, escojo creer en lo segundo. pic.twitter.com/9UHiTxsehP
— Melisa Reinhold (@melireinhold) February 12, 2020
Della storia di Nahuelito c’è solo una certezza, quella di essere riuscito a scegliere come sua dimora uno degli angoli più pittoreschi dell’Argentina, il parco nazionale più antico del paese tra boschi umidi, ghiacciai, montagne tra le più suggestive, laghi e fiumi che compongono un paesaggio tra i più ricchi di biodiversità e ammirati del pianeta.
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