L’Obelisco, se non il simbolo, è tra le principali immagini che caratterizzano la città di Buenos Aires. Una ‘sfida a due’ con la colorata e emblematica Caminito. L’aspetto estetico è scontato, il linea con gli altri presenti in diverse capitali del continente americano, ma è difficile immaginare la capitale argentina senza l’Obelisco.

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Lì, nel mezzo della avenida 9 de Julio, punto di passaggio per diverse direzioni e di aggregazioni per manifestazioni di gioia e di protesta. In quei casi darsi l’appuntamento all’Obelisco è quasi automatico. Del resto, fu pensato per celebrare la città a di Buenos Aires, a 400 anni dalla sua fondazione da parte di Pedro de Mendoza.

L’Obelisco di Buenos Aires fu concepito in un momento in cui la città cominciava ad assumere un aspetto più monumentale, all’inizio del Ventesimo secolo. Fu costruito in tempi piuttosto rapidi, sessanta giorni, con lavori diretti dall’architetto argentino Alberto Prebisch. Il luogo scelto per la sua edificazione, però, sollevò non poche polemiche.


Per ergere l’Obelisco fu demolita la chiesa di San Nicola di Bari, motivo di scontro tra rinnovatori e tradizoinalisti. Anche perché, oltre a un edificio di culto, era anche un luogo di importanza storica. In quella chiesa erano stati battezzati personaggi storici come Mariano Moreno e Manuel Dorrego e lì riposavano i resti di Manuel Alberti.

Foto: Archivo general de la Nación

Sulla chiesa di San Nicola di Bari, inoltre, era stata issata per la prima volta la bandiera argentina, il 23 agosto del 1812, evento storico ricordato sullo stesso Obelisco. Nel contenzioso tra autorità politiche della città e curia, le prime ebbero la meglio e si arrivò alla costruzione di una nuova chiesa di San Nicola di Bari al 1300 della centralissima avenida Santa Fe.

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Marzo 2020, i colori dell’Italia durante la lotta alla pandemia

L’Obelisco di Buenos Aires fu costruito durante il mandato presidenziale del militare Agustín Pedro Justo, che aveva designato Mariano de Vedia y Mitre alla guida della capitale. Quest’ultimo portò avanti un progetto di modernizzazione della città realizzando, tra le varie opere, l’allargamento della celebre avenida Corrientes nonché la realizzazione della avenida 9 de Julio (progettata già nel 1888) e della Plaza de la República.

Foto: cbarcenilla@gmail.com, Wikimedia Commons

Proprio su ques’ultima, nel punto di intersezione tra le due avenida, diede avvio ai lavori per l’edificazione dell’Obelisco. “Buenos Aires si sente grande, forte, vigorosa”, sottolineava de Vedia durante l’inaugurazione.

Sotto guida e progetto di Alberto Prebisch, questi furono portati avanti dalla società tedesca Geope: cominciarono il 20 marzo del 1936 per essere inaugurato il successivo 23 maggio. Alla costruzione dell’Obelisco di Buenos Aires parteciparono 157 operai, uno dei quali perse la vita. Era l’italiano José Cosentino.

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Durante i lavori di restauro nel 2021

L’Obelisco di Buenos Aires è alto 67,5 metri con una base di 6,8 metri per lato. Una porta permette di accedere all’interno, dove una scala porta alla cuspide. Lassù, un punto di osservazione con quattro finestre, che permette di godere di uno spaccato sull’enormità della capitale. Davanti al monolite è posizionata la bandiera argentina e, da pochi anni, una grande siepe con le iniziali di Buenos Aires. Nel 2021 è stato oggetto di lavori di restauro.

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