Arrivare da Buenos Aires, o anche dalla più vicina Córdoba, fa un certo effetto. Prima di tutto perché La Cumbrecita è l’esatto opposto del caos che si vive nei centri urbani del paese. E poi perché sembra di trovarsi in Germania. Del resto, la sua storia è legata al paese europeo. Ma a colpire tutti i turisti, che del resto ci vanno per quella ragione, è la caratteristica di essere un paesino ‘pedonale’: le auto sono bandite. Circa mille abitanti a 1.450 metri sul livello del mare, La Cumbrecita è un gioiellino turistico ispirato alla calma, accoglienza e sostenibilità.

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Quando il tedesco Helmut Cabjolsky ci è arrivato nel 1932, nel luogo in cui oggi sorge La Cumbrecita non c’era nulla. Il paese più vicino era a più di venti chilometri da fare a cavallo perché non c’erano strade percorribili. Era un territorio sperduto nel cuore delle montagne di Córdoba.

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La storia de La Cumbrecita ripercorre quella di un’Argentina arricchita dall’emigrazione europea. Cabjolsky, nato a Berlino nel 1892, era arrivato in Argentina nel 1932 accompagnato da moglie e due figli. Era stato incaricato di gestire la sede Siemens di Buenos Aires. In cerca di un luogo per trascorrere le vacanze, nel 1934, decise di acquistare un campo di circa 500 ettari.


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Lo stesso anno arrivarono in Argentina anche i suoi cognati, dando inizio alle opere che avrebbero poi portato alla nascita de La Cumbrecita: realizzare una strada percorribile e dare impulso alla forestazione dell’area.


La prima costruzione è stata una casa, rispettando lo stile dei luoghi di origine dei pionieri teutonici, con otto stanze per ospitare la famiglia durante l’estate. Poi i primi ospiti e gente che comincia a stabilirsi, attratta dalla tranquillità e dal contatto con la natura. Erano i primi abitanti de La Cumbrecita.

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Di lì le nuove ocostruzioni e l’idea di creare un paesino ‘alpino’ al servizio del turismo di qualità: cominciarono a nascere strade e servizi di base. Incaricato dello sviluppo fu il figlio di Cabjolsky, ingegnere, ossequiando nelle scelte estetiche l’origine della sua famiglia, fondendole alle caratteristiche naturali del luogo.

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Da allora, nel corso dei decenni, La Cumbrecita è diventato un punto di riferimento del turismo argentino, con arrivi anche dall’estero. Al di là della sua fusione nella natura, la principale caratteristica è l’essere un vero e proprio ‘rifugio’ per chi cerca il giusto equilibrio. È anche stato dichiarato riserva naturale ed è noto per essere un paesino pedonale.


Non è ammesso l’ingresso con veicoli a motore, che vanno lasciati in parcheggi esterni, e tutti i percorsi sono realizzati unicamente per il transito a piedi. Cascate, boschi antichissimi, fiumi incontaminati e case in stile alpino sono l’esatta fotografia di questo insolito luogo concepito per un turismo lento e di qualità.

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A livello di infrastrutture e servizi ricettivi non manca nulla, neanche sul piano gastronomico fondendo la cucina tipica della zona con quella centroeuropea. Si possono praticare diverse attività tra trekking, uscite a cavallo, pesca, Però, scelta voluta, non ci sono banche né sportelli bancomat. E, chiaramente, neanche distributori di carburante.

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