Il coronavirus in Argentina è ancora una vera e preoccupante incognita. Dall’inizio della pandemia i contagi hanno superato i 120mila con un numero di decessi poco superiore ai 2.200. Tuttavia, l’ultima settimana, nonostante la rigida quarantena nella capitale Buenos Aires e nella sua area metropolitana, crescono i casi accertati segnando talvolta nuovi record con oltre quattromila casi al giorno.

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È quello il centro dell’epidemia in Argentina, sommando oltre il 90 per cento dei casi e dei morti. Il tasso di mortalità, tuttavia, resta basso, attorno al 2 per cento, e il governo federale, guidato dal presidente Alberto Fernández, ha deciso di inaugurare una nuova fase delle misure di contenimento.

Soffocata dalla crisi economica che tiene fermo il paese ormai da 18 mesi, l’Argentina ha bisogno di nuove aperture, come dimostrato dalla continua chiusura definitiva di migliaia di attività commerciali, soprattutto a Buenos Aires e provincia. Inoltre, gran parte della popolazione, già da diverse settimane, ha cominciato a manifestare stanchezza verso misure che ritiene non totalmente giustificate. E che, in vario modo, si protraggono dal 20 marzo.


Ovviamente, a frontiere chiuse e mobilità turistica interna inesistente, la capitale argentina è colpita anche in uno sei suoi settori trinanti, il turismo. Emblematico è il video proposto dall’Ansa, che mostra il quartiere de La Boca, tra le principali attrazioni turistiche della capitale, deserto. Una atmosfera surreale per un luogo normalmente pieno di visitatori, appassionati di calcio e spettacoli di tango di strada.



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